Telemedicina e geriatria
Pagine scritte per sfatare un luogo comune circa l’inapplicabilità della telemedicina sui grandi anziani
Pagine scritte per sfatare un luogo comune circa l’inapplicabilità della telemedicina sui grandi anziani
Il luogo comune di cui parlo è quello in funzione del quale gli anziani non sono confidenti con le tecnologie digitali e quindi la telemedicina applicata alla geriatria non funziona. La Telemedicina, l’utilizzo dei devices e delle tecnologie digitali, la possibilità di sfruttare il supporto della intelligenza artificiale nel migliorare i modelli di assistenza e di cura e soprattutto nel poter collegare in maniera efficace la casa con i servizi sanitari sembrano ancora lontani, se non in qualche sporadica eccezione, da colui che è il principale protagonista di questa rivoluzione e cioè “l’anziano.” Basterebbe leggere i dati e le previsioni epidemiologiche per i prossimi 30 anni per renderci conto che l’anziano ed i modelli di prevenzione, diagnosi e cura, assistenza e riabilitazione proposti dalla geriatria dovrebbero essere la priorità di tutto il sistema socio-sanitario ed una delle principali emergenze che deve trovare risposte adeguate per evitare il “collasso”dello stesso sistema. L’ospedalizzazione a domicilio, quando è possibile attraverso gli strumenti della telemedicina come la televisita, il telecontrollo, la teleassistenza e il tele consulto rappresenta attualmente la più grande opportunità per garantire un salto di qualità nell’assistenza dell’anziano fragile. Questa opportunità può essere colta solo all’interno di un processo di integrazione ospedale-territorio reale che connetta tutti i professionisti che intervengono nella cura del paziente anziano, in particolare il geriatra con le sue competenze legate al particolare metodo di valutazione e di intervento.