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Esperti a confronto: nel 2050 previsti 130 milioni di persone con demenza

11.02.2019
Sigot

Il mondo invecchia e nel 2050 si stima che conterà 130 milioni di potenziali malati di demenza. E' il trend evidenziato dagli esperti a Roma nei giorni scorsi in occasione dell'incontro 'Sana Longevità', che ha avuto come ospiti uno dei divulgatori più amati della tv italiana, Piero Angela, e lo scienziato Lamberto Maffei, neurofisiologo, presidente onorario dell'Accademia dei Lincei. Promosso e organizzato dalla fondazione Igea Onlus, dal Canova Club Roma e dall'associazione Diplomatia, l'appuntamento ha permesso di accendere i riflettori sulla necessità di affrontare il tema dell'invecchiamento della popolazione - che riguarda l'Italia da vicino - e dell'aumento delle patologie correlate, come demenze e Alzheimer. Nel Belpaese, ricordano gli esperti, c'è già oltre un milione di malati conclamati e "altrettante persone" non hanno ancora scoperto di essere a rischio, perché "la malattia lavora al buio e non dà sintomi per 15-20 anni". La strategia per affrontare un problema così ampio, ha sottolineato Maffei in occasione dell'incontro nella Capitale, è quello di agire per prevenire e rallentare l'invecchiamento del cervello e la perdita di memoria. Come? Per esempio allenandolo. Lo scienziato ha parlato di un protocollo non farmacologico di stimolazione cognitiva 'Train the Brain' da lui realizzato che - si legge in una nota - ha dato "risultati positivi nell'80% dei soggetti trattati all'Istituto di neuroscienze del Cnr", dove è stato sperimentato. Il protocollo viene applicato dalla Fondazione Igea onlus e, spiegano gli esperti, "è utile anche alle persone sane che voglio mantenere allenato il cervello". La cultura della prevenzione sul cervello va diffusa, ha concluso Giovanni Anzidei, vicepresidente della fondazione Igea Onlus, illustrando le opzioni oggi in campo. Un malato di Alzheimer costa circa 50 mila euro l'anno tra spese a carico del Servizio sanitario e costi per le famiglie. L'importanza dei controlli e della prevenzione, ha ricordato, è raccomandata dal ministero della Salute e dalla Commissione Europea che suggeriscono di iniziare a fare test dello stato cognitivo a partire dai 50 anni, per ridurre il rischio di ammalarsi.

Fonte: AdnKronos Salute